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FNAS Lab 2024

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Il giardino “abbandonato” come sinonimo di vitalità, dì libertà, di espressione, di vita fuori dai valori contemporanei di prestazione, efficienza, produttività. Un percorso che parla di giardino inteso come un nuovo modo di pensare la relazione con lo spazio e, di conseguenza, pensare ad un nuovo ruolo, una nuova funzione per l’uomo sulla terra; funzione vicina a quella di custode, protettore, vestale dello spazio che abita. Filo conduttore quindi di quest’anno sarà la relazione tra arti performative e natura.

Corso privato
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Responsabile Federico Toso
Ultimo aggiornamento 15/10/2024
Tempo di completamento 9 ore 47 minuti
Iscritti 13
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FNAS Lab 24 - La transizione culturale come transizione ecologica

La transizione culturale come transizione ecologica - Lezione online del programma FNAS Lab 2024. Il ruolo dei musei, le sperimentazioni possibili e le visioni di senso sullo spazio pubblico in cui le arti performative entrano come destinatarie di un dialogo e, contemporaneamente, come motrici agenti del confronto.

Massimiliano Giberti - La Selva dell’Arte di Strada
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Presentazione - La selva dell'arte di strada

Presentazione in PDF condivisa durante la lezione online del Prof. Arch. Massimiliano Gilberti

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FNAS LAB 24 | La Selva dell’Arte di Strada - con Massimiliano Giberti

Il termine arte di strada è duplice: definisce da un lato la pratica di esibirsi liberamente in uno spazio pubblico utilizzato come “arena” improvvisata e dall’altro le azioni performative di occupazione e rilettura di luoghi urbani che ne modifichino, anche solo per la durata dell’esibizione, le modalità di uso e fruizione. La città come teatro per manifestazioni artistiche all’aperto diventa quindi simultaneamente un potenziale bacino spontaneo di pubblico ma anche terreno di conquista, ambiente da riattivare e mettere in luce agli occhi degli spettatori che diventano a loro volta i protagonisti dell’azione creativa. L’arte di strada interagisce quindi con l’organismo urbano attraverso un duplice registro: parassitario nel momento in cui si serve dell’attenzione dei passanti che diventano pubblico improvvisato, richiamato da un’esibizione statica; invasivo quando abbatte la barriera invisibile tra palco e platea, mostrando nuovi modi per abitare lo spazio urbano, che probabilmente innestano forme di riappropriazione di determinati luoghi fragili, abbandonati o semplicemente anonimi, in una fascia di cittadini allargata. Come accade sovente, le azioni di occupazione spontanea di uno spazio pubblico entrano in conflitto con le pratiche convenzionali che ne regolano l’uso: la tradizionale divisione dei flussi, veicolari e pedonali, la gerarchia tra le aree di sosta e quelle dedicate alla circolazione di mezzi e persone, il rispetto delle proprietà e degli accessi privati, come vetrine, portoni o cortili, vengono spesso messi in crisi dall’intervento artistico che, temporaneamente sovverte questi codici, riscrivendone la sintassi.