La donna seduta nasce a fumetti, è una specie di “portinaia del mondo” che interroga tutti coloro che passano, visitatori provenienti da un mondo esterno, ora reale, ora immaginario.
Mette in discussione i grandi temi della vita, della morte e della paura.Lei è Incollata alla sua sedia e dialoga con un pappagallo, un topo, una ragazzina, molto raramente con un uomo, qualche volta con il suo doppio. Parla della vita sessuale e di Dio, della luna e della vecchiaia, dell’educazione delle fanciulle e dei percorsi delle formiche, della gelosia e della vocazione artistica, dell’angoscia mattutina e della solitudine serale, delle sue frustrazioni e dello stato delle cose.
La scrittura di Copi di straordinaria personalità poetica risulta sempre moderna, capace di parlare ancora oggi come ieri al pubblico, con grande forza teatrale.
In scena, uno dopo l’altro, due personaggi, due caratteri, con una struttura comica simile a quella che si può trovare nel clown o in alcune coppie cinematografiche, in cui uno parla e l’altro ha la funzione di camera d’amplificazione
Il linguaggio è coreografico e la forma ha un espressione fisica dei sentimenti e degli stati d’animo. I tanti piccoli personaggi attingono affettuosamente nell’universo espressivo con toni prevalentemente comici.
Le componenti oniriche, erotiche satiriche e sociali sono affidate tanto alla donna seduta quanto a tutti gli altri personaggi.
La donna seduta sa di essere usurata, sfiorita, votata a una totale solitudine. Tuttavia, la sua vitalità riprende il sopravvento.
Al tempo stesso ha degli improvvisi lampi di lucidità che la gettano in una sorta di malinconia metafisica. E’ sola. Lo sa e lo resterà.
45 minuti
20 minuti
20 minuti
no_music