Si dice che il potente suono di questi tamburi sia simile al tuono e che addirittura
possa giungere al cielo. Persino la dea del sole, Amaterasu, offesa e ritiratasi in una
grotta non ha potuto resistere alle vibrazioni dei potenti tamburi taiko.
Si suonavano e si suonano per chiamare i kami, le divinità shintoiste, al cospetto
degli uomini.
Gesto, concentrazione, vibrazioni, movimento e ritmo coinvolgono il pubblico
in un’emozione profonda che coinvolge tutti i sensi. Festa e gioia si alternano e
mischiano a solennità e rigore.
Si propone un repertorio di brani tradizionali e contemporanei, giapponesi e non solo.
I brani sono profondamente diversi fra loro e vengono di volta in volta presentati e
raccontati al pubblico. Attraverso questi brevi interventi si coglie l’occasione anche
per gettare una luce sulla tradizione, quella giapponese, da cui provengono.
I tamburi per le loro dimensioni sono già di per sé scenografici e richiedono da parte
del suonatore gesti ampi e solenni che costituiscono delle vere e proprie coreografie.
Per questo lo spettacolo di taiko non è puramente musicale, ma contiene forti elementi
visuali e teatrali. L’arte del Taiko consiste, infatti, nel coniugare suono e ritmo al
movimento.
60 minuti
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