“Tutto è leggero, a tocchi, a soffi, a pennellate, a carezze. Sulla volta celeste della nostra navicella vengono proiettati quadranti dai mille pulsanti colorati ed accesi come meteoriti ed asteroidi, galassie e maiali, stelle cadenti e comete, radar e laser ad intermittenza in questo viaggio intergalattico. Tutti con il naso all’insù con la paura dell’universo in espansione, dell’infinito che ci avvolge.Il nostro Caronte mima l’assenza di gravità in movimenti stoppati, da molleggiato rallentato. La sensazione di perdita e nostalgia ci attanaglia quando sullo schermo passano i suoi sogni: sogni di vita quotidiana, da Buster Keaton al calcio, a Bob Marley fino a quella “Piccola e fragile” di drupiana memoria. Come dire che a noi umani, così miseri ed insignificanti nell’infinito attorno a noi, ci basta anche poco per sognare altri mondi; non abbiamo le ali ma possiamo volare con l’immaginazione.”
Tommaso Chimenti
(da ilfattoquotidiano.it)